dimanche 14 juin 2015

Il razzista non sorride



 A volte capita di trovare nei libri pensieri illuminanti e attuali, allora è bello diffonderli e condividerli:

Questa mattina Iqbal mi ha chiesto se conoscevo la differenza tra il tollerante ed il razzista. Gli ho risposto che il razzista è in contrasto con gli altri perchè non li crede al suo livello, mentre il tollerante tratta gli altri con rispetto. A quel punto si è avvicinato a me, per non farsi sentire da nessuno, e mi ha sussurrato: «Il razzista non sorride».
Ho pensato tutto il giorno al razzista che rifiuta di sorridere e mi sono reso conto che Iqbal ha fatto un’importante scoperta. Il problema del razzista non è con gli altri ma con se stesso.
Direi di più, non sorride al prossimo perchè non sa sorridere a se stesso. È proprio giusto quel proverbio arabo che dice : «Chi non ha non dà».

samedi 24 janvier 2015


SITE EN STANDBY 


A quoi bon écrire ? La vie est une cage de mots vides.

 

 Je m'appelle Edward, et je suis un hamster.

mercredi 5 mars 2014

La Grande Bellezza si vede solo ora?

 Il 13 gennaio un amico mi mandò il link all'articolo dell'Internazionale che annunciava la vittoria di Sorrentino ai Golden Globes. Abitando in Francia, dove sono emigrata per poter realizzare l'art. 4 della Costituzione italiana, notai che il film aveva riscosso oltralpe più successo che in Italia e commentai :
"Sono molto felice di sapere che La Grande Bellezza ha vinto, è un riconoscimento meritato. Che il film possa piacere meno in Italia che all'estero è normale: se uno guarda l'Italia da fuori scorge un paese bellissimo pieno di vecchi clowns ridicoli. Chi sta dentro il circo e lo fa funzionare non vede la decadenza. I clowns italiani se sono a sinistra sono tristi e sconsolanti, se sono a destra sono dei porci arricchiti. Sai perchè forse molti Italiani non apprezzeranno il film? Perchè non amano guardarsi ad uno specchio che mostra loro la cruda verità!"

Adesso che è arrivato il sommo riconoscimento degli Oscar ecco sollevarsi il coro dell'Atto terzo dell'Adelchi!
Siamo nel 2014 e dai tempi di Manzoni non è cambiato nulla. La bellezza dell'Italia la vediamo solo se ce la mostrano gli stranieri stregati dal fascino delle antiche rovine e dal romanticismo della decadenza.
La Grande Bellezza era FIN DALL'INIZIO (e non solo ora) UN "AMARO" CAPOLAVORO !


Leggi anche il post del 15 giugno 2013 e Philippe Ridet, L'Italia allo specchio - L’Italie rit de se voir dans le miroir de « La Grande Bellezza »

mercredi 25 septembre 2013

Madonna. Secret project revolution

All is true and sharable, but this short film is so artificial, fake, self-centered that I wonder who would be willing to start a revolution watching it. Except for the outstanding performance of the dancers, there are no intense emotions, no piercing messages. She tarnished and wasted the meaning of the word REVOLUTION, she sold this precious word to the empire of the image and of the ephemeral beauty. I am for a revolution, but let's start from the facts, from the real abuses, from the discriminations we experience and we see every day! Yes, you are a woman and you are blond, but this is not the point, the point is that you are a business woman and a very good one. I don't trust in business, I trust in WOMEN.


dimanche 8 septembre 2013

Spiagge di settembre

Poca ispirazione in questa frangia d'estate ... Allora basta far parlare gli altri, soprattutto quando gli altri sono quello che sono, vati, profeti, persone che ci hanno hanno detto molto e così bene che non c'è altro da fare se non leggere e meditare:

Ora il chiarore si fa più diffuso.
Ancora chiusi gli ultimi ombrelloni.
Poi appare qualcuno che trascina
il suo gommone.
La venditrice d'erbe viene e affonda
sulla rena la sua mole, un groviglio
di vene varicose. È un monolito
diroccato dai picchi di Lunigiana.
Quando mi parla resto senza fiato,
le sue parole sono la Verità.
Ma tra poco sarà qui il cafarnao
delle carni, dei gesti e delle barbe.
Tutti i lemuri umani avranno al collo
croci e catene. Quanta religione.
E c'è chi s'era illuso di ripetere
l'exploit di Crusoe!

E. Montale, Sulla spiaggia, Diario del '71 e del '72, 1973

samedi 29 juin 2013

Al principio c'è sempre un'immagine ...

Un'intervista a Gabriel García Márquez davvero illuminante che consiglio a tutti i noiosi amanti delle "etichette". Un giorno, forse, questi grigi accademici capiranno che le definizioni sono parola morta e spesso FALSA.

Quello che non accetto è la definizione di realismo magico, io sono un realista puro [...] La realtà, in generale, è molto più magica di quanto possiamo immaginare [...] Ho l'impressione che dietro la realtà immediata, quella che vediamo, esista un'altra realtà che solo l'intuizione poetica riesce a captare ed è questo quindi che poi appare fantastico nel libro.

Chi per poter staccare l'adesivo "realismo magico" dall'opera di Márquez necessita di un'ulteriore conferma, la troverà di nuovo nella viva testimonianza dell'autore in un'altra intervista (link), soprattutto nel seguente passaggio:

The trouble is that many people believe that I’m a writer of fantastic fiction, when actually I’m a very realistic person and write what I believe is the true socialist realism.

dimanche 23 juin 2013

La primavera mancata



L’estate è arrivata, il coro si alza: “È scoppiato il caldo!”. 
I telegiornali possono finalmente sfoderare i riciclatissimi servizi di repertorio: tra un condizionatore gocciolante, un gelato spalmato sulla bocca di un bambino ed una vecchia agonizzante che si sventaglia, spuntano i piedi dei turisti a bagno nelle fontane.
E la primavera? Che fine ha fatto? In molti se lo sono chiesti quest'anno, ma c’è chi, sospinto da un’analogia tanto facile quanto amara, se lo sta chiedendo più di altri.   
        
Ogni giovane vita attraversa un momento d’oro, una primavera intellettuale carica di idee e fervida di energie. Ho visto questa stagione sfumare negli sguardi dei coetanei, estinguersi nello slancio fulmineo di progetti abortiti sul nascere, consumarsi nella lotta per un posto stabile e per un salario decoroso a cui si aspirava non come una stazione d'arrivo, ma come un trampolino di lancio. Traguardi per molti non ancora raggiunti, per altri toccati troppo tardi. Nella lunga corsa, quante porte sbarrate, quante idee perse, quanti sogni svaniti! Non li riavremo mai indietro. 
C’è chi ha cercato la primavera al "Nord del mondo", in una serra ben irrorata e protetta, dove si producono artificialmente frutti belli e insipidi. Un'illusione, un pallido ripiego, non prendiamoci in giro.

I danni maggiori non sono per le arti che si nutrono di tensioni e sanno gestire l'incerto. Le perdite più importati si misurano nella ricerca, nelle scienze umane e sociali, e persino in quelle buffamente definite esatte.
Progetti solidi e ben strutturati non sbocciano sotto l’aura rarefatta e pesante di un vecchio barone, nè idee brillanti possono esprimersi nella routine di un impeccabile servizio consacrato al successo di spensierati cinquantenni. 
Ecco cosa abbiamo perso: la primavera. Ci saranno certo nuovi cicli, ma non per noi e non per ora.
Ora c’è l’estate, un’estate calda di rabbia. E poi si affaccerà l’autunno ed avrà i nostri occhi, occhi stanchi, disincantati, avvelenati.





samedi 15 juin 2013

LA GRANDE BELLEZZA, tra amore ed odio

Quando un'opera produce giudizi contrastanti è sempre un buon segno: ciò che ha carattere si ama oppure si destesta. 
Mi sono sorbita una ventina di recensioni iperdotte. Questi spiedini di tecnicismi avvolti nel fumo dell'autocompiacimento critico sono davvero indigesti. Parliamo chiaro.
La Grande bellezza è un film sulla decadenza di una società alto borghese annoiata e schiava dell'immagine, di cui fa parte un fantomatico giornalista, scrittore e cultore della mondanità alla ricerca della perfezione estetica, interpretato in modo impeccabile da Toni Servillo. La pellicola parla attraverso immagini sublimi intrecciate ad una musica dello stesso tenore che le esalta e le completa.  
Alcune tra le accuse principali della critica: il regista non è stato minimamente all'altezza della tradizione felliniana alla quale vorrebbe rifarsi ed è stato poco realista, il film appare pretenzioso ed a tratti misogino.
Mi chiedo cosa significhi essere all'altezza di un modello o conformarsi ad un modello. Me lo chiedo perchè sembra che assumere, più o meno consciamemte, un grande come fonte d'ispirazione implichi il misurarsi con esso in una sorta di tenzone al di fuori del tempo. Non è così che funziona. Il modello, qualunque sia la sua levatura, infonde uno stimolo, porta una suggestione, ma l'arte sta poi nella capacità di emanciparsi da esso, portando l'ispirazione a contatto con il proprio mondo, ed il mondo di Sorrentino non è quello di Fellini. Il paragone quindi è del tutto fuori luogo.

 
Realismo? Ma quando mai Sorrentino è stato realista? Qualsiasi romano, o qualsiasi italiano che ami Roma, ha riconosciuto la natura caricaturale dei personaggi e delle situazioni del film.
Un defilé di clowns tristi, di pseudo-artisti annoiati, stanchi, disfatti, usciti da un quadro di Toulouse-Lautrec. 
Iperbole, caricatura, umorismo sono espedienti da secoli efficacemente usati per dipingere e per comunicare la tristezza della condizione umana. Perchè Sorrentino avrebbe dovuto girare un documentario sulla società romana? Tra l'altro nè lui nè Contarello sono romani. Quanto alla mancanza di realismo, ammetto dunque di non comprendere dove stia il reato.
Misoginia. Eccolo! Il grande jolly, la carta che si sfodera quando uno non ha veramente più nient'altro da dire; il discorso sul genere è maledettamente alla moda, perciò non poteva non essere tirato fuori dal cilindro di qualche signora permalosetta. Le donne, le belle donne, non escono certo immacolate e trionfanti, ma nemmeno gli uomini: politici e cardinali corrotti, giovani senza spina dorsale, padri tossicodipendenti, scrittorini da strapazzo. Non ci sono eroi, neppure Gambardella è rappresentato come tale. Jep è un poeta cinico, egoista, vorace di consenso, di successo, invischiato in un'eterna, insoddisfatta ricerca.
Se esistono schiave del silicone, tessistrici di vento, se esistono ricche intellettuali di sinistra ipocrite, vampire femministe, cosa dovremmo fare di tutti questi avvilenti prodotti del genere femminile? Ignorarli, non farle bersaglio di critica solo perchè sono donne? Questo sarebbe rispetto? No, questo sarebbe non riconoscere che il ridicolo non ha sesso.
La perfezione tecnica è la sola alla quale si possa aspirare, ecco quel che ci dicono le riprese ed i piani geniali del film. Per il resto, ogni espressione della bellezza non che è un barlume, un trucco, una menzogna. Ecco una verità universale che la poesia di tutti i tempi ci ha insegnato e che Sorrentino ha contestualizzato splendidamente nella desolazione del culto dell'immagine moderno. In breve, un film riuscito nel suo intento, un'opera "di grande bellezza" sull'inesistenza del bello assoluto.            
   
     

samedi 8 juin 2013

LIFE


Revenir à la vie. Par les signes semés partout, par les chemins sur lesquels on s'engage par hasard, par les visages des gens qu'on ne rencontre qu'une fois, n'importe où, n'importe comment, ce qui est important est que le printemps est revenu.
La photo a étè prise dans la rue des Templiers, un joli coin de Lyon à côté du marché du quai Saint Antoine.  
De la mousse sur un mur rose : un mot et un symbole. Rien de plus.
L'art ne vit pas que dans les musées, il se cache dans les petits coins, dans les détails. Et parfois c'est bien agréable de le découvrir et de le figer dans une image, dans un souvenir.


dimanche 17 mars 2013

La speranza ha una voce di donna: il discorso di Laura Boldrini



In un tempo ormai lontano, discorsi come questo venivano incisi su tavole di bronzo per sfidare il tempo e lo spazio.
Oggi, nondimeno, parole come quelle pronunciate ieri dalla neoeletta Presidente della Camera Laura Boldrini meritano d’essere pubblicate e diffuse.
Sono interventi di questo tenore, semplici, lucidi, umili nel tono ma coraggiosi nella sostanza, quelli che portano il segno di un vero cambiamento. Ognuno ci si ritrova e si sente coinvolto.

Per parte mia, sento forte la necessità di ringraziare pubblicamente la nuova Presidente per aver voluto menzionare la generazione di ventenni e trentenni, alla quale io stessa appartengo, che spesso, suo malgrado, è stata costretta “a portare i propri talenti fuori dall’Italia”.
La maggior parte di noi Italiani all’estero ha maturato nel tempo una sorta di odio-amore per il paese che si è lasciata alle spalle. Abbiamo cercato ogni giorno, ed infine trovato, buone ragioni (scuse?) per imparare a sentirci, e diventare infine, cittadini del mondo. 
Eppure, sfido anche i più cinici ed astiosi di voi, compagni dispersi ai quattro angoli del pianeta, ad ascoltare con le orecchie ed il cuore ben aperti la gentilezza, la forza e la sensibilità sociale di questa donna senza esserne, almeno per un attimo, profondamente toccati e commossi!

Riporto il cuore del discorso che è possibile ascoltare integralmente su vari siti :

[...] Arrivo a questo incarico dopo aver trascorso tanti anni a difendere e rappresentare i diritti degli ultimi in Italia come in molte periferie del mondo. E’ un’esperienza che mi accompagnerà sempre e che da oggi metto al servizio di questa Camera. Farò in modo che questa istituzione sia anche il luogo di cittadinanza di chi ha più bisogno.
Il mio pensiero va a chi ha perduto certezze e speranze. Dovremmo impegnarci tutti a restituire  piena dignità a ogni diritto. Dovremo ingaggiare una battaglia vera contro la povertà, e non contro i poveri. In questa aula sono stati scritti i diritti universali della nostra Costituzione, la più bella del mondo. La responsabilità di questa istituzione si misura anche nella capacità di saperli rappresentare e garantire uno a uno.
Quest’Aula dovrà ascoltare la sofferenza sociale. Di una generazione cha ha smarrito se stessa, prigioniera della precarietà, costretta spesso a portare i propri talenti lontano dall’Italia.
Dovremo farci carico dell’umiliazione delle donne che subiscono violenza travestita da amore. Ed è un impegno che fin dal primo giorno affidiamo alla responsabilità della politica e del Parlamento.
Dovremo stare accanto a chi è caduto senza trovare la forza o l’aiuto per rialzarsi, ai tanti detenuti che oggi vivono in una condizione disumana e degradante come ha autorevolmente denunziato la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo.
Dovremo dare strumenti a chi ha perso il lavoro o non lo ha mai trovato, a chi rischia di smarrire perfino l’ultimo sollievo della cassa integrazione, ai cosiddetti esodati, che nessuno di noi ha dimenticato.
Ai tanti imprenditori che costituiscono una risorsa essenziale per l’economia italiana e che oggi sono schiacciati dal peso della crisi, alle vittime del terremoto e a chi subisce ogni giorno gli effetti della scarsa cura del nostro territorio.
Dovremo impegnarci per restituire fiducia a quei pensionati che hanno lavorato tutta la vita e che oggi non riescono ad andare avanti.
Dovremo imparare a capire il mondo con lo sguardo aperto di chi arriva da lontano, con l’intensità e lo stupore di un bambino, con la ricchezza interiore inesplorata di un disabile.
In Parlamento sono stati scritti questi diritti, ma sono stati costruiti fuori da qui, liberando l’Italia e gli italiani dal fascismo.
Ricordiamo il sacrificio di chi è morto per le istituzioni e per questa democrazia. Anche con questo spirito siamo idealmente vicini a chi oggi a Firenze, assieme a Luigi Ciotti, ricorda tutti i morti per mano mafiosa. Al loro sacrificio ciascuno di noi e questo Paese devono molto.
E molto, molto dobbiamo anche al sacrificio di Aldo Moro e della sua scorta che ricordiamo con commozione oggi nel giorno in cui cade l’anniversario del loro assassinio.

Questo è un Parlamento largamente rinnovato. Scrolliamoci di dosso ogni indugio, nel dare piena dignità alla nostra istituzione che saprà riprendersi la centralità e la responsabilità del proprio ruolo. Facciamo di questa Camera la casa della buona politica. Rendiamo il Parlamento e il nostro lavoro trasparenti, anche in una scelta di sobrietà che dobbiamo agli Italiani […]

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